“Art and kicking” al Fantomars

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Il giorno dell’inaugurazione l’artista Francesca Anita Modotti ha messo in scena una performance dove ha interpretato il momento della messa in rete, in campo, di un gol come momento di massima esaltazione sessuale vissuta da tutti i partecipanti..

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“Alive and Kicking”, come la canzone dei Simple Minds. Ma in questo caso si tratta del titolo della collettiva tuttora in corso alla Galleria Fantomars di Bologna.
Inaugurata lo scorso 29 maggio, la mostra resterà nello spazio bolognese per quasi tutta la durata dei mondiali di calcio in Sudafrica (Alive and Kicking fino all’8 luglio; ultima giornata dei mondiali, l’11 luglio) dal momento che si propone di oltraggiare, in maniera del tutto simbolica, quelle oggi considerate le nuove divinità moderne, ovvero i calciatori.

Sono loro, infatti, questi sportivi dall’ego immenso che rincorrono un pallone, ad aver preso il posto dei miti del passato, eroi o divinità, nell’immaginario collettivo e, per tale ragione, gli artisti della collettiva “Alice and Kicking” ne svelano le trame nascoste, sconsacrandoli sarcasticamente.



Il giorno dell’inaugurazione, ad esempio, l’artista Francesca Anita Modotti, fotografa e performer irriverente, coinvolgendo il pubblico e gli artisti presenti, ha messo in scena una performance dal titolo “Bill, viola la mia porta”, dove ha interpretato il momento della messa in rete, in campo, di un gol come momento di massima esaltazione sessuale vissuta da tutti i partecipanti, spettatori compresi.

La Modotti fa parte di quel gruppo di artisti outsider – tra cui Brahaim Achir, Paolo Mattioli, Franco Pappalardo, Caterina Foresi, Giovanni Elmi, Davide Pasciuti, Gabriella Prati, Daniele Pezzoli – che hanno stretto un forte legame di collaborazione con il Fantomars, galleria nata lo scorso settembre, che punta alla condivisione creativa e visuale e diretta dall’eccentrico Giovanni Monti, gallerista sui generis, lontano da logiche commerciali.