C’è tanto da dire su “The Falling Man“, la foto più famosa dell’11 settembre. Mentre le torri del World Trade Center bruciavano, si svela una realtà infestata: gli individui intrappolati nell’inferno scelsero di saltare verso la morte piuttosto che soccombere alle fiamme. Questi momenti, seppur brevi, sono stati tra i più strazianti della giornata. Testimoni riferiscono di aver visto persone – alcune sole, altre forse insieme – immergersi dai piani superiori, i loro corpi cadendo a velocità che hanno portato a morte istantanea dopo l’impatto. Un’immagine particolarmente commovente, conosciuta come “L’uomo che cade”, ha catturato una figura solitaria discesa dalla Torre Nord, la sua identità sconosciuta e il suo destino segnato.

I dettagli su “The Falling Man”, la foto più famosa dell’11 settembre
Resta incerto il numero esatto di individui saltati, con stime che vanno da 100 a 200. La maggior parte di queste vittime proveniva dalla Torre Nord, con pochi segnalati dalla Torre Sud. La decisione di saltare è stata spesso guidata dalle condizioni insopportabili all’interno degli edifici: caldo intenso, fumo denso e assenza di vie di fuga praticabili. Alcune vittime sono state viste mentre tentavano di scendere o usare vestiti come paracadute improvvisati, ma questi sforzi sono stati inutili.
Tragicamente, molti di questi individui non sono ancora identificati. Il crollo delle torri e la successiva distruzione delle prove hanno reso impossibile determinare l’identità dei caduti. Questo anonimato ha portato a un senso di negligenza, poiché le loro storie sono state spesso oscurate dagli aspetti più diffusi degli attacchi. La riluttanza dei media a concentrarsi su queste vittime, unita all’assenza dei loro nomi nei memoriali, ha contribuito al loro status di “vittime dimenticate” dell’11 settembre.
Nel ricordare gli eventi di quel giorno, è fondamentale riconoscere tutti coloro che hanno sofferto, compresi coloro che, nei loro ultimi momenti, hanno fatto la scelta inimmaginabile di fare un salto nell’ignoto. Le loro storie, sebbene in gran parte non raccontate, sono parte integrante della memoria collettiva dell’11 settembre.
L’uomo nella foto è a braccia e gambe allineate al corpo, in una posa che lo fa sembrare quasi sospeso, in una caduta che dura circa 10 secondi e che lo rende un moderno Icaro. Questo gesto, compiuto da circa 200 persone quel giorno per sfuggire al fumo e alle fiamme, non è considerato un suicidio, ma un’estrema e disperata scelta forzata dalla situazione. L’identità dell’uomo nella foto non è mai stata confermata con certezza, anche se diverse ipotesi sono state avanzate, come quella che si trattasse di Jonathan Briley, un dipendente del ristorante “Windows on the World”.