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Francesca Woodman a Palazzo della Ragione dal 16 luglio 2010

woodman

Immagini lasciate imperfette, dense di fitte emozionali, agitate, inquiete, sempre in bianco e nero.
Palazzo Reale, a Milano, dedica una retrospettiva (dal 16 luglio fino al 24 ottobre 2010) ad uno dei grandi nomi della fotografia: Francesca Woodman, sorprendente artista statunitense che a soli 22 anni scelse di togliersi la vita gettandosi dalla finestra del suo studio a New York, depressa per via del lavoro e per la fine di una storia d’amore.

Al centro dell’esposizione, 116 fotografie tra cui 15 immagini concesse in esclusiva a Milano e 5 video che ripercorrono la sua breve ma intensa e tormentata carriera.



Stanze caotiche e decadenti, corpi e anime a volte visibili, a tratti sfumati, visi celati con vergogna e nudità esibite senza alcun imbarazzo. Una fotografia quella della Woodman che riflette la sua personalità fragile senza eccedere e soprattutto senza mai diventare patetica ma proprio per questo forte, brutale e incisiva. I suoi scatti, come pezzi frammentati di un puzzle, ricomposti, ci restituiscono e ci raccontano l’intimità di una ragazza tormentata, sfinita.

Ricorrente nei suoi lavori è l’autoritratto. A chi le domandava la ragione di questa predilezione, sarcasticamente lei rispondeva “E’ una questione di convenienza. Io sono sempre disponibile”. Francesca Woodman, nonostante fosse adolescente, sosteneva da sola i costi della produzione del suo lavoro. “Some Disordered Interior Geometries” (Alcune disordinate geometrie interiori) è il titolo della sua prima e unica collezione di fotografie.