“Il Sogno si avvicina”. Salvator Dalì a Milano dal 22 settembre

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All’interno del percorso espositivo, è stata realizzata per la prima volta la sala di Mae West così come lo stesso Dalì l’aveva immaginata nel suo celebre dipinto “Ritratto di Mae West che può essere usato come appartamento”: una stanza con il divano a forma di labbra e altre suppellettili che nell’insieme compongono il volto del’attrice statunitense..

“Ritratto di Mae West che può essere usato come appartamento”

Milano vivrà il ritorno di un grande artista. Dal 22 settembre 2010 al 30 gennaio 2011, Palazzo Reale si fregerà di una delle mostre visionarie più belle, quella del maestro del surrealismo Salvator Dalì.
“Il sogno si avvicina”, questo il titolo eloquente dell’esposizione – organizzata con la collaborazione della Fondazione Gala-Salvador Dalí di Figueras e i prestiti dal Reina Sofia di Madrid e altre istituzioni museali – che esplora il rapporto del grande genio creativo spagnolo con il paesaggio, la realtà, il mondo onirico, il desiderio e che conta 50 opere dell’artista.
Il ritorno nella città meneghina si compie dopo ben 56 anni, esattamente dopo la sua ultima personale che si tenne a Milano, sempre a Palazzo Reale, nella Sala delle Cariatidi, nel 1954 quando era nel pieno della sua produzione artistica e si era fatto conoscere in tutto il mondo non solo per il suo stile personale e le sue teorie surrealiste, ma anche per il suo stravagante modo di vestire e la sua personalità eccentrica.



All’interno del percorso espositivo, è stata realizzata per la prima volta la sala di Mae West così come lo stesso Dalì l’aveva immaginata nel suo celebre dipinto “Ritratto di Mae West che può essere usato come appartamento”: una stanza con il divano a forma di labbra e altre suppellettili che nell’insieme compongono il volto del’attrice statunitense, star del musical. L’opera è diventata un’installazione all’interno del Museo Dalì di Figueres.
Un comitato scientifico d’eccezione ha lavorato per la riuscita e l’organizzazione de “Il Sogno si avvicina” a cominciare da Montse Aguer, direttore del centro di studi daliniani Hank Hines nonché direttore del Dalì Museum di St. Petersburg in Florida; Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani; Francisco Calvo Serraller, eminente studioso di arte moderna spagnola, e Robert Storr, curatore e critico statunitense decano della Yale School of Art.