La Winship, che da sempre predilige il bianco e nero, va al di là dei pregiudizi e dei soliti clichè per regalarci un punto di vista nuovo e la certezza che esistano altre possibilità in quelle terre spesso umiliate. Periferia, confine, memoria, storia, identità, condivisione, sono tutti temi a cui la fotografa britannica è fortemente legata. .
Non a caso proprio gli scatti raccolti nel suo “Albanian Landscape” e realizzati nei Balcani, le son valsi la menzione d’onore nel 2003 all’interno del concorso Oscar Barnack, ma è con “Sweet Nothings: Rural School Girls” che cinque anni più tardi vincerà il primo premio dell’ambitissimo World Press Photo nella categoria Ritratti. In questo suo lavoro, presente alla MC2 Gallery di Milano, la Winship fotografa una serie di allieve di una scuola di campagna della Turchia orientale. Ciò che emerge dai loro sguardi e dalla solennità delle loro pose, a volte vicinissime l’una all’altra, è la semplicità e la fragilità di queste bambine ma, soprattutto, la loro naturalezza e spontaneità.
La Winship, che da sempre predilige il bianco e nero, va al di là dei pregiudizi e dei soliti clichè per regalarci un punto di vista nuovo e la certezza che esistano altre possibilità in quelle terre spesso umiliate. Periferia, confine, memoria, storia, identità, condivisione, sono tutti temi a cui la fotografa britannica è fortemente legata.
Attraverso i suoi scatti ha raccontato i matrimoni in Gran Bretagna tra gli immigrati greco-ciprioti, secondo le loro antiche usanze, la vita nomade dei New Age Travellers, le gare di ballo giovanili e ha realizzato diversi reportage anche in India e in Sicilia. Proprio qui, a Trapani, ha partecipato alla Processione dei Misteri, rito annuale del Venerdì Santo, da cui è nato un reportage.