George Soros arrestato? Le interferenze nel voto a Trump sono solo bufale

di Gtuzzi Commenta

È passato qualche mese dal momento in cui si continuava a parlare di uno scoop che ha fatto impazzire il web con l’arresto di George Soros. Probabilmente, le elezioni negli Usa hanno rappresentato un terreno più che fertile per poter rinnovare una delle bufale che hanno preso più piede online, come evidenziato da bufale.net.

soros trump

La bufala che cambia argomento a cui si collega

George Soros, quindi, si trova ancora una volta, a sua insaputa ovviamente, nel bel mezzo di uno scandalo, creato ad arte tramite delle fake news. In questo caso, si parla di sue presunte interferenze in riferimento al voto a Donald Trump. Di conseguenza, la sconfitta dello stesso tycoon nel testa a testa contro BIden per la presidenza, sarebbe stata fortemente influenzata da una serie di non meglio precisati movimenti illeciti.

Una delle cose più interessanti è che la bufala relativa all’arresto di George Soros cambia spesso argomento a cui si riferisce. Questa volta, come detto, fa riferimento all’ultima elezione presidenziale americana. Sfruttando proprio il fatto che Trump abbia parlato già da diversi giorni di brogli elettorali, è abbastanza facile intuire come la fake news abbia fatto rapidamente presa sul web.

In realtà, sono ben pochi i portali che si sono chiesti se la notizia che è stata condivisa fosse reale o meno. L’articolo-bufala su George Soros riporta come il filantropo sia stato arrestato, mettendo in evidenza come le autorità di Philadelphia abbiano voluto imporre una specie di silenzio mediatico su quanto avvenuto, aspettando che ulteriori indagini possano permettere di fare le luce su tutto quello che pare abbia combinato Soros.

Cosa vogliono ottenere i bufalari in questo modo? Semplicemente, provare a ribaltare i risultati del voto elettorale nella corsa alla Casa Bianca, che hanno premiato Biden e non Trump. Stando alla fonte che ha diffuso la bufala in questione, Soros sarebbe stato arrestato per aver usufruito dell’identità digitale di un gran numero di votanti, andando a modificare la preferenza espressamente digitalmente. Il tutto si è verificato senza citare alcuna fonte in riferimento alla notizia, ripercorrendo la struttura di una fake news in realtà già vista, soprattutto nello scorso anno.