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Il design di Marco Ferreri al Triennale Design Museum fino al 9 gennaio 2011

Dallo scorso 5 ottobre fino al 9 gennaio 2011, il Triennale Design Museum, dell’omonimo spazio espositivo di Milano, ospiterà un architetto e designer davvero singolare, Marco Ferreri.
Ferreri è un progettista non comune, dotato di ironia, estro e genialità. La mostra presenta il suo lungo percorso professionale, accuratamente selezionato, da quando ha iniziato a progettare fino ad oggi. Opere d’architettura, di design, grafica, allestimenti, installazioni passate insieme ad una serie di idee nuove appositamente realizzate per la Triennale.
Ha collaborato a lungo con il maestro Bruno Munari; insieme nel ’93 hanno creato il Libroletto, un letto per bambini, Interflex, che ha portato ad entrambi la menzione d’onore al Compasso d’oro nell’anno successivo.
Molti suoi progetti – alcuni sono stati anche presentati alla IX Biennale di Architettura di Venezia e alla I Biennale Internazionale di Architettura di Beijing in Cina – fanno parte di straordinarie collezioni di design come, ad esempio, la collezione permanente di design dell’Israel Museum of Gerusalemme, la “Permanent Design Collection” del Museo d’Arte Moderna di New York, la Collezione del Fondo Nazionale d’Arte Contemporanea di Parigi, oltre che di importanti collezioni private.

“Private Flat # 6 – Brucia Babilonia”. Tre giorni di arte contemporanea a Firenze

Artisti in casa. Nel senso che artisti e arte contemporanea entrano nelle case di privati per esporre, promuovere e comunicare.
Succede a Firenze, in vari luoghi della città (una quindicina circa in tutto). Il nome del festival che durerà tre giorni (dall’8 al 10 ottobre) è “Private Flat # 6 – Brucia Babilonia”. Un titolo che ha origine dall’intento, manifesto, da parte di alcuni curatori, galleristi, semplici cittadini o artisti stessi, di ospitare nelle proprie abitazioni mostre, opere, performance di arte contemporanea. Babilonia rimanda sicuramente ad un insieme di differenze e di contraddizioni in cui oggi viviamo.
Oltre 70 gli artisti coinvolti in questa sesta edizione nata nel 2006 dall’idea di alcuni studenti universitari. Da allora è andata sempre più crescendo, sia in termini di notorietà che di numero di sedi disposte ad accogliere i lavori, di partecipazione, di coinvolgimento e di interesse collettivo. Pluralità di spazi, pluralità di idee, di proposte, di ideali.
Quest’anno si è reso addirittura necessario selezionare i progetti, vista la mole di proposte arrivate.

“Fabio Donato-Viandante tra le arti” al PAN di Napoli. Fino al 15 ottobre

Andy Warhol, Lucio Amelio e amici al City Hall. 1983.

Sono gli ultimi giorni per poter accorrere al PAN-Palazzo delle Arti di Napoli e ammirare la più grande mostra fotografica che questa sede abbia mai potuto ospitare, il viaggio lungo quarant’anni di un “artista tra le arti” come Fabio Donato.
Il sorprendente fotografo napoletano ha seguito con il suo sguardo Napoli quando in questa straordinaria città era forte l’impegno artistico, quando la sua cultura e la sua storia si mescolavano con quelle di altre culture. Una Napoli fatta di storia internazionale.

Robert Doisneau alla Fondazione FORMA di Milano. Fino al 27 novembre

Robert Doisneau, Le Manege de Monsieur Barre, 1955

Scegliere anche solo un’immagine di Robert Doisneau, in questo caso per la copertina dell’articolo, non è mai un’impresa facile. Svelano tutte una magia, una poesia e una dolcezza che lasciano un segno dentro di noi.
Robert Doisneau sarà in mostra alla Fondazione FORMA di Milano fino al 27 novembre 2010 con due personali, “Dal mestiere all’opera” e “Palm Springs 1960”, nate dalla collaborazione con la famiglia Doisneau e la Fondation Cartier-Bresson di Parigi.
Il fotografo francese per tutta la sua vita (morì nel 1994 a 82 anni) si dedicò a ritrarre la gente comune, quella incontrata tra le strade della periferia di Parigi, la sua Parigi, da cui non riuscirà mai a staccarsi del tutto. Foto geniali e indimenticabili, di questo era capace l’artista di Montrouge, che amava immortalare i bambini per strada, intenti a giocare o a combinare qualche marachella, e gli amanti desiderosi di fermarsi in mezzo al caos di una via per scambiarsi un tenero bacio.

Takashi Murakami alla Reggia di Versailles fino al 12 dicembre

L’arte contemporanea entra a corte. Precisamente, nel Castello di Versailles di Re Sole. L’artista accolto tra le sale del famosissimo Château è il giapponese Takashi Murakami, celebre e super quotato prosecutore della pop art americana (come semplice curiosità, consigliamo di leggere “Effetto Pop Art in Photoshop”).
A volere fortemente le sue opere fantasmagoriche – fiori, lampadari, funghi e manga colorati – sono stati il direttore della Reggia, Jean Jacques Aillagon, che in passato aveva reso possibile anche una personale di Jeff Koons, ed il curatore Laurent Le Bon.
Nella sala dell’incoronazione di Napoleone compare un autoritratto di Murakami incoronato: “Gli abiti nuovi dell’imperatore”. Il pavimento del salone delle guardie è stato tappezzato da una moquette di fiori e gli arredi originali sostituiti.

L’eccellenza di Copenhagen e degli studi danesi di architettura

(c)Ty Stange

“Q&A: Urban Questions _ Copenhagen Answers”. Proprio così: la città chiede, domanda, e Copenhagen risponde.
Non è altro che quello che, non solo la capitale, ma tutta la Danimarca ha fatto negli ultimi vent’anni. Architetti danesi, progettisti danesi, studi di architettura danesi, hanno sempre lavorato in maniera eccellente in base a criteri di eco-sostenibilità e di ricerca tecnologica. Tra questi è doveroso ricordare gli studi danesi Henning Larsen Architects (Copenaghen), 3XN (Arhus), BIG (Copenaghen). Per conoscere alcuni progetti realizzati da studi danesi fuori dalla Danimarca, leggere anche “Nuova Chiesa di Knarvik secondo lo studio RRA”, “Nuovo acquario di Batumi, in Georgia”, “Nuovo Complesso Polifunzionale per l’Universitetsholmen”.
Quello citato in alto, “Q&A: Urban Questions _ Copenhagen Answers”, è il titolo della mostra presentata quest’anno a “People meet in Architecture”: la nuova Biennale di Architettura di Venezia.

Maurizio Cattelan a Milano con sole 4 opere. Fino al 24 ottobre

Si chiama L.O.V.E. e troneggia, con un’altezza di 11 metri e le sue 6 tonnellate di marmo di Carrara, in Piazza Affari a Milano. Una di quelle opere, come si suol dire, di sostanza e di…forma. Ed è proprio la forma ad aver scatenato indignazioni, imbarazzi e stupore tra quanti già al solo sentir parlare di Maurizio Cattelan gridano allo scandalo e al cattivo gusto.
L.O.V.E. è una mano mozzata (le dita pare siano state spezzate come atto vandalico a Carrara, sembra invece più plausibile abbia voluto evocare il gesto del saluto hitleriano sbeffeggiandolo) il cui unico dito rimasto in piedi è quello medio. Ad aver creato scompiglio è stata proprio la collocazione dell’opera in Piazza Affari, cuore della finanza milanese.
Le polemiche dunque hanno preceduto l’arrivo di Cattelan a Milano. Un lungo braccio di ferro e liti sulle opere da esporre nonché sui luoghi in cui esporre e la durata delle esposizioni.
Il dito medio resterà in Piazza Affari fino al 3 ottobre, mentre sarà possibile ammirare la mostra di Cattelan a Palazzo Reale – ricordiamo anche, nella stessa sede, “Il Sogno si avvicina”. Salvator Dalì a Milano dal 22 settembre – , con solo 3 opere (questo è quanto è stato concesso), quelle contro le ideologie, fino al 24 ottobre.

Sisley Art Project: moda e cultura pop insieme

(c)Nate Lowman

Sono ormai sempre più frequenti le collaborazioni tra il mondo della moda e quello dell’arte, soprattutto quello dell’arte contemporanea. Una delle ultime risulta essere quella tra il famoso marchio d’abbigliamento Sisley e 17 artisti pop contemporanei.
Sisley Art Project – questo il nome del progetto – è stato curato da Glenn O’ Brian, che lo ha presentato in anteprima a Milano, in occasione della Settimana della Moda. La celebre griffe del Gruppo Benetton ha commissionato ai 17 creativi – nomi noti della scena punk come ad esempio Stefano Castronovo, Duncan Hannah, Robert Hawkins, e della graffiti art come Lee Quinones, Ouattara Watts e Frederick Brathwaite – una serie di giubbotti da motociclista chiedendo loro di reinterpretarli ispirandosi ad Andy Warhol.
Ma perché l’oggetto in questione è proprio il giubbotto da motociclista? Perché ovviamente rappresenta la cultura pop, lo stesso Warhol ne collezionava alcuni in pelle. Su uno di questi c’era il suo ritratto e quello di Jean-Michel Basquiat.

ROMAEUROPA FESTIVAL: performance dal vivo, teatro, musica, danza

E’ stata inaugurata ieri la 25esima edizione del ROMAEUROPA FESTIVAL, un compleanno importante per quest’evento di grande interesse che gli organizzatori hanno pensato bene di festeggiare con due mesi (fino al 2 dicembre 2010) pregni di performance dal vivo, spettacoli teatrali, arti visive, danza, musica e molto altro ancora, per un totale di 38 progetti sparsi per nove location della Capitale.

“Il Sogno si avvicina”. Salvator Dalì a Milano dal 22 settembre

“Ritratto di Mae West che può essere usato come appartamento”

Milano vivrà il ritorno di un grande artista. Dal 22 settembre 2010 al 30 gennaio 2011, Palazzo Reale si fregerà di una delle mostre visionarie più belle, quella del maestro del surrealismo Salvator Dalì.
“Il sogno si avvicina”, questo il titolo eloquente dell’esposizione – organizzata con la collaborazione della Fondazione Gala-Salvador Dalí di Figueras e i prestiti dal Reina Sofia di Madrid e altre istituzioni museali – che esplora il rapporto del grande genio creativo spagnolo con il paesaggio, la realtà, il mondo onirico, il desiderio e che conta 50 opere dell’artista.
Il ritorno nella città meneghina si compie dopo ben 56 anni, esattamente dopo la sua ultima personale che si tenne a Milano, sempre a Palazzo Reale, nella Sala delle Cariatidi, nel 1954 quando era nel pieno della sua produzione artistica e si era fatto conoscere in tutto il mondo non solo per il suo stile personale e le sue teorie surrealiste, ma anche per il suo stravagante modo di vestire e la sua personalità eccentrica.